Musica e poesia, una lettura

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Musica e poesia, una lettura

Gianfranco Gioia
Pubblicato in News · 18 Gennaio 2021
Mi è gratita l'occasione, a partire da una semplice idea, conversando con l'autrice di musica e poesia, di "prestare" un mio brano musicale (segnatamente l'ncipit della Siciliana dalla Suite per sax soprano e pianoforte) come accompagnamento alla lettura, fatta dall'autrice stessa, Elisa Aspresso, al suo testo "La vera bellezza".

Sottesa alla semplice ed estemporanea realizzazione di tale lettura unitamente alla mia musica, vi è il piacere di condividere due arti distinte, solitamente indipendenti o occasionalmente interdipendenti, data anche la grande ammirazione che nutro nei confronti della produzione poetica dell'autrice e non secondariamente come testimonanza di grande amicizia.

Il testo in questione è stato incluso nell’antologia “Voci poetiche per Alda” (selezione di poesie partecipanti al Premio Alda Merini anno 2020) ed è stato insignito di un premio speciale con la seguente motivazione: “Il tema della bellezza è qui trattato attraverso una serie di definizioni icastiche che ne descrivono i requisiti e tracciano un  percorso per giungervi. L’epilogo della poesia vuole aprire nuove domande, nuovi punti di vista sul tema, che permettano di contemplare tutta la sua carica mistica, per poterla ammirare nella sua completa espressione“.
Ulteriori informazioni sullo specifico post sul blog dell'autrice

Qui di seguito il testo e l'audio della lettura

La Vera Bellezza

Inafferrabile, celata da un dorato manto,
ostenta timidezza.
La vera bellezza ama essere adulata e
cautamente svela i suoi sovrapposti strati.
Immensa, vasta distesa, da assaporare lentamente.
Occorrono ripetute visite
per sviscerarla, digerirla e scrutarla, da più angolazioni.
Non sazia. Non stanca.
Richiede tempo,
pazienza, lungimiranza, meraviglia, estasi e costanza.
Pause e ritorni.
Muta, ma resta sempre a noi familiare.
Inalterata essenza,
si riveste costantemente di nuova luce.
Immutabilmente dinamica.
Figlia di tutti i tempi, madre di tutti i sospiri
e dei mancati fiati.
Porta socchiusa, in attesa di essere varcata.
In quiete nella sua mite eleganza, ma austera, fiera.
Spiragli di infinito, di incompiuto.
Il già, ma anche il non ancora.
Eterno intermezzo.
Limiti umani da oltrepassare con salti mistici.
Braccia tese all’unisono, alla ricerca di significative risposte
ai nuovi perché.


Tra anelito e consapevolezza, la bellezza, nel testo, si sostanzia anche nella rievocazione della personale esperienza e a partire dal proprio vissuto, in un rimando costante, quindi, tra bellezza osservata e bellezza vissuta. A tratti sembra scorgersi, nella sua dimensione esperienziale una sorta di sovrapposizione della bellezza all’idea di felicità.
                                                                                                                                                                                                                Gianfranco Gioia



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