Oratorio di Natale
Pubblicato in News · 6 Novembre 2022
Tre le date previste per la rappresentazione dell'Oratorio Musicale "Viaggiu Dulurusu", su testo di Binidittu Annulero e musiche di Cosimo Scordato e Vincenzo Mancuso, a cui prenderò parte in qualità di esecutore.
10/12 ore 19.00 - Santa Maria della Misericordia, Palermo locandina
11/12 ore 18.00 - San Giovanni decollato, Palermo locandina
18/12 ore 21.00 - Chiesa di Mondello Valdesi, Palermo locandina
- Voci soliste: Elena Spano e Gaetano Butera
- Narratore: Francesco Paolo Tocco
- Coro San Francesco Saverio Band
- Maestro del coro: Monica Inglima
- Chitarra elettrica: Giuseppe Mineo
- Basso elettrico: Salvatore Testaverde
- Tastiera: Emanuele Amorello
- Fisarmonica: Cosimo Scordato
- Clarinetto: Gianfranco Gioia
"Viaggio Dulurusu" - musica di Cosimo Scordato e Vincenzo Mancuso“, tratto da “Il Viaggiu dulurusu di Maria e di san Giuseppe”, composto verso la metà del 1700 da Binidittu Annuleru, nome anagrammatico di Antonino Diliberto, prete della diocesi di Monreale.
C’era una volta in Sicilia la “ninnaredda”: una sorta di nenia musicata eseguita da cantastorie nei nove giorni che precedono la notte di Natale, e per questo chiamata anche novena.
Il testo canoro più diffuso nel tempo è stato “Il Viaggiu dulurusu di Maria e di san Giuseppe”, composto verso la metà del 1700 da Binidittu Annuleru, nome anagrammatico di Antonino Diliberto, prete della diocesi di Monreale.
Ecco cosa scrive don Cosimo Scordato, nel testo “Narrazione, Teologia, Spiritualità del Natale” a proposito del “Viaggiu dulurusu”: “Il testo presenta un perfetto andamento metrico: ciascun giorno ha nove strofe ripetendo così al suo interno il ritmo della novena; solo l’ultimo giorno ha tredici strofe. Tutte le strofe sono sestine di ottonari con rime ababcc. (…) Il Viaggiu rispetta profondamente i motivi e i temi religiosi della sua ispirazione, ma ciò con toglie che attraverso il racconto si possano intravedere ambiente, scenario, abitudini, comportamenti tipicamente siciliani. Si tratta infatti di una vera e propria inculturazione. Gli episodi si svolgono come se avvenissero in Sicilia. (…) La storia del viaggio di Maria e di Giuseppe e la verità di esso passa attraverso la mediazione del linguaggio siciliano, delle immagini e dei colori di una terra, dei sentimenti di una comunità che unisce e lega la sua storia e la propria vita ai contenuti di cui il racconto si fa portatore. (…) L’esperienza siciliana del viaggio cerca il suo senso compiuto in ciò che avviene nei personaggi biblici di Maria e Giuseppe”.
Alcune sestine narrano il patire di Maria e Giuseppe che, essendo poveri e stranieri, non trovano alloggio e riparo a Betlemme ed esprimono una sensibilità straordinariamente attuale: Cincu jorna di camminu/fari insiemi bisugnaru/caminannu di cuntinu/senz'aviri nuddu mparu/Stanculiddi ed affannati,/ puvireddi disprizzati: Cinque giorni di cammino/hanno dovuto fare insieme/camminando sempre/senza avere alcun aiuto e riparo/Stanchi e provati/poveri e disprezzati; Cussi stanchi, ed affannati/ntra lu friddu caminavanu,/ nun truvandu mai pusati,/pirchì tutti li sprizzavanu;/puvireddi li vidianu/pocu cuntu nifacianu: Così, stanchi ed affaticati/ camminavano col freddo/non trovando alcuna ospitalità/perché tutti erano sprezzanti con loro /in quanto erano visti come poveri/e quindi non erano degni di considerazione.
Nel 1995, il regista Pasquale Scimeca ha tratto un film da “Viaggiu dulurusu”: nel film la storia di Maria e di Giuseppe viene ricontestualizzata sullo sfondo dell'entroterra siciliano, segnato dall'indifferenza, dalla marginalità, dalla speculazione edilizia, dalla mafia.
Video integrale del concerto dell'11/12 a San Giovanni decollato